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lunedì 27 giugno 2011

Il Pozzo Sacro di Santa Cristina

Il pozzo sacro di Santa Cristina, nel comune di Paulilatino, è uno degli esempi più belli dell'Isola.
Edificato in basalto locale, il tempio a pozzo consta di un vano scala a sezione tronco trapezioidale dai paramenti murari aggettanti...


una cella ipogeica voltata ad ogiva, realizzata con anelli concentrici sovrapposti nella tipica tecnica isodoma ed un vestibolo, abbracciate da un themenos che delimita l'area sacra. 

Il monumento è stato oggetto di scavo, consolidamento e restauro a partire dalla seconda metà degli anni '60 del secolo scorso, sotto la direzione scientifica del Prof. E. Atzeni. Il vano scala
In gran parte riedificato nel corso delle indagini di scavo, il vano scala è composto da 25 gradini che si riducono nelle dimensioni fino alla cella del pozzo.
Le pareti laterali, aggettanti verso l'interno, sono composte da filari di pietre conce perfettamente squadrate con faccia obbliqua. Ogni filare è posto leggermente arretrato rispetto al sottostante in modo costante e, grazie all'inclinazione, sporge verso il centro della scala.
La copertura è realizzata con una serie di architravi, posti specularmente rispetto ai gradini.
L'insieme restituisce uno spettacolare effeto visivo, il quale fornisce a chi guarda un senso di mistero e inquietudine, ben ripagata una volta calpestati i gradini fino al fondo del pozzo.

La cella del pozzo
L'ambiente ipogeico è decisamente sorprendente, la sua copertura ogivale si compone in cerchi concentrici di conci lavorati a faccia concava e inclinata: un lavoro di scalpellini provetti, padroni di una manualità evoluta e di utensili adatti alla realizzazione dell'intero monumento.
I 25 anelli che compongono l'ambiente poggiano su un basamento roccioso ben lavorato e pareggiato nel quale è ricavato un bacile cilindrico, scavato nella roccia viva.
L'ogiva alta 6,92 m e dal diametro di 2,56 m è priva della pietra apicale di chiusura, originariamente in posto e sormontata, verosimilmente, da un altro ambiente voltato ad agiva. Questo tipo di architettura isodoma è presente in molteplici edifici cultuali del "nuragico" del ferro: Su Tempiesu di Orune, Predio Canopolo di Perfugas, Noddule di Nuoro, Santa Vittoria di Serri, Is Cramoris di Escalaplano, Cuccuru is Arrius - Cabras, Monte carru - Alghero, Santa Anastasia 2 - Sardarasolo per citarne alcuni.
La presenza di un piano aereo è individuabile in alcuni esempi quali Sa testa di Olbia, Milis di Golfo Aranci, Is Pirois di Villaputzu, Santu Sarbadori di Gonnosnò e Sa brecca di Tertenia, che risulta essere il meglio conservato, privo di 2 soli ordini di muratura.
L'ambiente ipogeico, inoltre, è dotato si una serie di canalizzazioni che portano l'acqua all'interno del pozzo, dal decimo filare, formando tre colonne d'acqua, visibili solo in periodo invernale.

Il villaggio santuario adiacente al pozzo
Intorno al pozzo sacro si sviluppa un villaggio di capanne molto compromesso nelle strutture. La maggior parte di esse è il risultato di ripetute indagini di scavo che hanno messo in luce le fondazioni e i materiali ceramici, i quali datano il villaggio e il pozzo sacro al periodo del ferro (1000 a.C.).
I paramenti murari sono stati consolidati e parzialmente riedificati per meglio comprendere la planimetria del villaggio santuario.
La capanna delle riunioni è la meglio conservata delle strutture giunte fino a noi: costruita con pietre poligonali conserva alla base del paramento murario interno, un bancone sedile circolare e una pavimentazione a ciottolato.
La tipologia di questa capanna è riscontrabile in altri consimili contesti in ogni dove nell'Isola, sopratutto nei villaggi santuario, come questo di Santa Cristina e come a Santa Vittoria di Serri, Monte Sant' Antonio di Siligo e Punta Unossi di Florinas per citarne alcuni.

Foto e testi: Mirko Zaru per Archeotour

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